La storia della O di Giotto: quando la semplicità paga

La storia della O di Giotto: quando la semplicità paga

La storia della O di Giotto   La storia della O Di Giotto nasce dall’esigenza di Papa Bonifacio VIII che, all’inizio del 1300 era alla ricerca di un artista cui affidare il suo ritratto. Per la selezione del maestro d’arte decise di inviare in tutta la penisola degli uomini di fiducia. Giotto in quei giorni godeva della fama di esser l’autore del Crocifisso di S. Maria Novella a Firenze. Quell’opera fu il viatico per la scelta del Pontefice insieme ad un semplice cerchio. Durante l’incontro con il fiduciario del papa, il giovane pittore, per dar prova delle proprie abilità, disegnò un cerchio su un semplice foglio. Il dialogo tra i due si svolse in modo altrettanto semplice. Come il temperamento dell’artista. Si racconta che Giotto non avesse una grande dialettica. Era un semplice pastorello. Cimabue lo scoprì per caso, osservando i disegni realizzati da Giotto su una roccia. – Ecco il mio miglior dipinto! -Non è possibile che non abbia nulla di meglio da darmi. Vuoi prendermi in giro? -No, messere non ho altro da dare a Lei. Questo piacerà al Papa. Il cerchio su tela viaggiò così fino a Roma e la semplicità della forma disegnata con disinvoltura furono sufficienti per Bonifacio VIII per comprendere le qualità dell’artista. Un artista semplice e allo stesso tempo straordinario come il suo temperamento L’artista va così a Roma e inizia a lavorare per il Papa come pure a Firenze e ad Assisi, dove si possono ammirare ancora oggi i suoi meravigliosi dipinti. Le sue scene, rappresentate quasi tutte in ambienti naturali, sono connotate da plasticità ottenuta con forti variazioni cromatiche. I suoi soggetti sacri sono quasi sempre caratterizzati...
Mercato Centrale di Firenze: chilometro zero e tradizione italiana

Mercato Centrale di Firenze: chilometro zero e tradizione italiana

Mercato Centrale di Firenze: un’esperienza da provare Il Mercato Centrale di Firenze è un luogo da visitare, sia per l’atmosfera di vita quotidiana che si respira tra i locali che fanno la spesa per la famiglia sia perché rappresenta un’ottima opportunità per provare cibo pronto a prezzi accessibili. L’inaugurazione del nuovo mercato centrale risale ormai a tre anni fa, ma la filosofia che ha accompagnato la sua realizzazione resiste più forte che mai. La trasformazione da luogo di vendita di “materie prime” per la cucina in un’esperienza sensoriale sul cibo a chilometro zero si è compiuta in una formula vincente in termini di apprezzamento dei clienti e un conseguente fatturato che fa invidia agli esercizi del centro storico. Il mercato centrale è oggi una realtà che apre le porte sette giorni su sette dalle 10.00 del mattino alle 24.00. E per essere sempre connessi, il wi-fi è gratuito con la password che si prende al punto informativo in loco. Tutte le botteghe hanno l’artigianalità come punto centrale della produzione, oltre che la tradizione, l’attenta selezione degli ingredienti, la genuinità dei prodotti in vendita. Il mercato è una vetrina eccellente della produzione alimentare toscana ed italiana: pesce, fritto e polpette, frutta e verdure, carne e salumi, macelleria fiorentina, torrefazione, tramezzini, lampredotto, mozzarella di bufala, formaggi, pane, pasticceria, cioccolato, gelato, pasta fresca.  ...
Il Cristo di Michelangelo torna a Santo Spirito

Il Cristo di Michelangelo torna a Santo Spirito

Santo Spirito, il Cristo di Michelangelo torna nella basilica È stato esposto a Torino e a Napoli, ma ora finalmente il Cristo di Michelangelo è rientrato a Firenze (dopo la sua partenza nel 2000). È collocato al centro della sagrestia della Basilica di Santo Spirito. L’opera fu scolpita sul legno come segno di gratitudine per gli Agostiniani che ospitarono Michelangelo. La nuova collocazione dell’opera è centrale e permette un maggior spazio di osservazione; l’operazione è stata realizzata grazie al contributo di Friends of Florence. Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato e con la supervisione tecnica dell’Opificio delle Pietre Dure hanno contribuito a facilitare l’operazione. Cristo è rappresentato in Croce in posizione sofferente, col capo reclinato verso sinistra e le gambe con le ginocchia piegate e unite, leggermente direzionate a destra, generando un’innovativa rotazione a serpentina e una netta spinta verso l’alto. Tale rotazione non è un esercizio di stile, ma è evocata da una riflessione sulla posizione delle gambe, con quella sinistra sopra la destra per effetto della sovrapposizione dei piedi all’inchiodatura. Da ciò deriva anche l’innovativa rotazione del bacino, che arriva a rendere visibili i glutei a uno sguardo da sinistra, valorizzando anche la veduta...